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lunedì 31 marzo 2014

ciao a tutti ,eccoci con una nuova ricetta ... semplice e sfiziosa ma sopratutto completamente vegan... per fare un Atto d'Amore anche a tavola !





Ingredienti:
polenta avanzata
pomodorini o passata di pomodoro
bietoline (io ne ho usato un mazzo)
carote (per il mio tortino ne ho usate due)
peperoncino
lievito alimentare in scaglie
olio

Procedimento:
prima cosa importante è come conservare la polenta del giorno prima. Volendo fare un tortino io l’ho messa in un contenitore rotondo bagnato  e schiacciata un po' con le dita ( non era tanto morbida) otterrete così la forma perfetta che andrà, al momento di preparare la ricetta, rovesciata e tagliata in tre dischi (ma anche due o di più... dipende da voi).  Per il ripieno lessate a vapore le bietoline e le carote, poi ripassate il tutto in padella con il peperoncino schiacciando grossolanamente le carote e tagliando le bietoline. Aggiungete i pomodorini  o in alternativa un cucchiaio di passata di pomodoro. Fate poi gli strati alternando polenta, condimento e parmigiano veg. Una passata di forno per tostare un po' o, come nel mio caso, per riscaldare la polenta tolta dal frigorifero. E buon appetito!...


venerdì 28 marzo 2014

Premio Bastet Maggio Felino a UADA Onlus


Il 17 Aprile 2014, presso la Sala Basolana del Comune di Fiesole,  il gruppo Un Atto d'Amore Onlus con Annamaria Nizzola Uada Onlus, Devida Zanetti e Laura Mora riceveranno il Premio Bastet - Maggio Felino. 
Leggete quanto scritto sull'evento relativo al Premio:
Siccome nessuna delle tre premiate potrà partecipare alla cerimonia di premiazione :( è stato delegato da Anna a ritirare i premi il nostro Socio Massimo Rossi, papà di Pippi Gatta Sindaco e Marina Gatta Sindaco, che si preoccuperà di farlo avere alle dirette interessate.
Un sentito ringraziamento al Comune di Fiesole, all'Accademia dei Gatti magici e a Massimo Rossi. 

lunedì 24 marzo 2014

Da oggi e con cadenza settimanale vi sottoporremo delle semplici e gustose ricette Vegan, provatele e se le fate assaggiare ai vostri commensali non dite loro che sono piatti vegani... e sorprendetevi nel sentire gli apprezzamenti. Buon appetito!

Gnocchi verdi in salsa

Ingredienti per gli gnocchi:
un mazzetto di biete ( o coste)
un cucchiaio circa di  farina di semolino ( la mia era di farro ma va bene anche di altro tipo)
farina di grano duro qb ( si deve valutare al momento in base alla consistenza, saranno stati tre cucchiai ma non prendetela come dose di riferimento)
acqua
olio

Ingredienti per il condimento:
due foglie di verza
1 carota
mezza cipolla
olio
sale
aglio
curcuma
lievito alimentare in scaglie

Innanzitutto cominciamo col preparare gli gnocchi. Tagliate a striscioline le foglie di bieta (o costa) e fatele  stufare pochi minuti in padella salando leggermente, aggiungete acqua (ormai ho fatto l'occhio su quanta me ne serve per ottenere gnocchi per due o tre persone voi fate altrettanto .. nel caso ve ne avanzassero sono ottimi anche riscaldati e vi daranno modo di sperimentare altri condimenti :-)) e olio . Riportate a bollore aggiustando di sale se fosse necessario. A questo punto aggiungete il cucchiaio di farina di semolino e poi farina di grano duro sempre mescolando finché l'impasto comincia a staccare dalle pareti (non di più se volete ottenere una consistenza dello gnocco perfetta). Proseguite a mescolare, senza togliere dal fuoco, per alcuni minuti. Per finire mettete in una ciotola in modo che si raffreddi leggermente. Mettete sul fuoco un tegame pieno d'acqua, portate a bollore salate e con l'aiuto di due cucchiai prendete l'impasto formate degli gnocchi e buttateli nell'acqua scolandoli appena affioreranno con l'aiuto di una schiumarola.  Poneteli su di un piatto (io uso quelli della pizza in modo da poterli mettere leggermente  distanziati) e lasciateli riposare   vedrete che si compatteranno leggermente e diventeranno perfetti. Nel frattempo che gli gnocchi riposano  preparate il condimento mettendo in un tegame la carota grattugiata, le foglie di verza tagliate a striscioline e la cipolla e stufate aggiungendo sale e  un pochino d'acqua, olio e aglio; spegnete non appena il tutto si sarà ammorbidito e aggiungete la curcuma. Ponete gli gnocchi in un piatto e coprite con il sugo e una spolverata di lievito alimentare in scaglie.


domenica 23 marzo 2014

Profilo di Un Atto D'Amore Onlus (UADA)

Siamo un gruppo di persone "AMICI" che su Facebook hanno un sogno e cercano di farlo diventare IL SOGNO di tanti... 



Un Atto D'Amore... nasce così per caso o forse per destino... io, che qui sto scrivendo, sono Anna ( più avanti dirò qualcosa in più di me) e  stavo su FB per altri motivi, un giorno mi imbatto in un evento dove si cercavano aiuti per un MICIONE e da lì ho iniziato a capire quale fosse il mio SOGNO...

Passano eventi e giorni e incrocio sul mio FB due amiche con cui subito mi trovo: una ben presto cambierà strada, ma l'altra, Devida, ancora oggi è qui.
Lei calma e tranquilla, io il fiammifero... eppure quel giorno, il 28 febbraio 2011, nasce al telefono fra me e lei UN ATTO D'AMORE... e poi inizia a camminare.

Sino a marzo 2012 e... diventiamo Onlus, un enorme passo avanti , siamo un'associazione a tutti gli effetti.

Questa è la storia di "Micione":

... sono nato da poche ore, ero li vicino alla mia mamma, felice di poter mangiare tanta buona pappa e di ricevere tutte le coccole e il calore che un esserino appena nato ha bisogno per sopravvivere... non so cosa sia successo... ora mi ritrovo chiuso in un sacchetto insieme ai miei fratellini... ma dov'è la mia mamma? Ho freddo, fame e faccio fatica a respirare.
AIUTAMI!...

Io non ho una casa e un padrone che mi danno amore e cibo, mi arrangio come posso... ma oggi proprio non c'è verso di trovare qualcosa da mangiare. Vado dove la mia "mamma adottiva" di solito mi lascia qualcosa in una ciotola sotto ad un albero, dove ci sono altri come me... siamo in tanti, ma oggi nulla, neanche un pochino di pappa... lei non ce la fa a comprare sempre il cibo, ma io ho fame... tanta fame!
AIUTAMI!...

Stavo girovagando un po' come faccio sempre quando qualcosa mi ha urtato... gli umani la chiamano "macchina" e io ci sto sempre attento ma oggi non so... forse non sono stato abbastanza veloce... ora sono qui sul ciglio della strada... mi fa male tutto, perdo sangue e nessuno si ferma a vedere cosa mi sia capitato. 
Io non voglio morire!...
AIUTAMI!...

Chi e cosa aiuta "Un Atto D'Amore Onlus"

  • I tesseramenti, l'evento lo potete trovare su facebook a questo link:     https://www.facebook.com/events/718620238178793/?ref=22
  • Il 5x1000   scrivi il nostro codice fiscale : 97614050157 con la tua firma farai un gesto concreto alla salvaguardia degli animali.
  • I contributi versati da donatori (deducibili dalla dichiarazione dei redditi) su questi conti: CC POSTALE INTESTATO A:   UN ATTO D'AMORE ONLUS    1006897878  per BOLLETTINI POSTALI IBAN: IT 10 P 0760111800001006897878     CONTO PAYPAL:    unattodamoreonlus@gmail.com   (VI PREGHIAMO DI SCEGLIERE  LA DICITURA REGALO AD AMICI/PARENTI ONDE EVITARE DI FARCI PAGARE LA COMMISSIONE).
  • L'evento sempre aperto in collaborazione con Speedyzoo, SOS SPECIALE è la sezione del sito www.speedyzoo.it dedicato agli aiuti  per gli animali in difficoltà. E' possibile fare delle donazioni a partire da 5,00 €. per l'acquisto di cibo e accessori per i nostri amici pelosi.  Lo trovate a questo link:  https://www.facebook.com/events/477788898951833/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular
  • Gli eventi speciali per la raccolta fondi destinati agli antiparassitari e alle sterilizzazioni (https://www.facebook.com/events/127853297399142/ ) e per le emergenze invernali (per esempio: https://www.facebook.com/events/760695503947189/  ormai chiusa, ma che ogni anno si rinnova).
  • Le lotterie aperte a supporto di emergenze in atto presso le nostre Delegazioni e volontarie, per esempio: https://www.facebook.com/events/300912136723412/  (a onor del vero ne apriamo anche a supporto di altre Associazioni o volontari che non sono tesserati, ma in quelle a noi non rimane nulla...).
  • I mercatini on-line sulla Pagina Facebook : https://www.facebook.com/UNATTODAMOREONLUS/photos_stream , e quelli sparsi in tutta Italia grazie alle nostre delegate e volontarie.
  • I proventi dalle vendite delle creazioni di un gruppo di socie che oltre a metterci il cuore ci mettono il loro impegno: https://www.facebook.com/CreiamoPerUnAttoDamore, questa Pagina mette a vostra disposizione una vera e propria "via dello shopping", che permetterà a tutti di fare acquisti stando comodamente seduti davanti al vostro PC e nel contempo di fare un atto d'amore (attivate il link e poi cliccate su FOTO si aprirà la finestra con FOTO e ALBUM, se cliccherete su ALBUM potrete vedere tutte le creazioni personali di ogni nostra creativa).
  • Il libro "Tienimi la zampa" di Manuela Regaglia : Prezzo al pubblico €. 20,00 + spese postali (invio come piego di libro).  Il 40% del prezzo di copertina verrà lasciato a UADA Onlus, un altro 10% ai terremotati dell'Emilia e il restante 50% servirà come sostentamento alla Delegazione provinciale UADA di Lecco per il progetto "2 Cuori -Una Casa".  Il libro consta di 204 pagine con alcune foto a colori ed è finalizzato a sensibilizzare al rispetto e all'amore per la Natura. 
  • Il libro "Franco e le 100 storie pelose" di Maddalena Lerario Edizioni Giuseppe Laterza: Prezzo di copertina €. 7,50 + spese postali. I proventi di questo libro, al netto dei costi di stampa e spedizione, sono destinati esclusivamente alla Onlus "Un Atto D'Amore per il Sig. Franco".

visitate il nostro sito Web   http://unattodamoreonlus.wix.com/home

martedì 11 marzo 2014

AVVERTENZE



Se si trattasse di un video invece di un libro… scriverei: “Attenzione immagini forti”. Non per tutti i racconti vale questo avvertimento, ma per i primi due sicuramente. Sono episodi avvenuti nel 1958, io avevo poco più di quattro anni e mio cugino cinque… due cuccioli d’uomo a contatto con la Natura e con quelle che erano le abitudini rurali di un tempo:  si allevavano polli, tacchini, oche e conigli per sfamare la famiglia… Per noi, bimbi cittadini, erano compagni di giochi e quel che successe allora segnò la nostra infanzia e credo, almeno per quanto mi riguarda, l’adolescenza e di conseguenza l’identità. Ancora oggi mi capita di scappare lontano portandomi  le mani sulle orecchie per non udire parole che descrivono scene simili a quelle vissute durante la mia infanzia. Qualcuno troverà da ridire sull’uso di alcuni vocaboli o su ciò che è contenuto in questi due episodi.  Chiedo scusa se offendo il sentire di qualche lettore, ma è importante capire che nel ’58 la vita era molto diversa da quella di oggi: la televisione era un lusso e le trasmissioni vertevano principalmente su notiziari e alfabetizzazione (ricordo il maestro Alberto Manzi alle prese con un gruppo di scolari in età adulta, nella trasmissione “Non è mai troppo tardi”).  L’amore per gli animali era sentito più per quelli prossimi: cani e gatti mentre per quelli che rientravano nella categoria “animali da cortile” era buona norma non   rivolgere  loro attenzioni in senso affettivo, il loro allevamento era finalizzato a sfamare le famiglie. Imperava il motto: “O mangi sta minestra o salti dalla finestra”, non erano ammessi capricci… soprattutto a tavola. Non si era ancora diffuso il Veganismo, termine che ha il significato di vegetariani radicali. Mi spiego meglio: i Vegani non consumano né carne né pesce o prodotti di derivazione animale (uova, latte, burro…) anche per l’abbigliamento hanno la massima attenzione, niente indumenti di lana o seta…, gli accessori non devono essere confezionati con parti di animali o con prodotti testati su di essi. Appare chiaro che è uno stile di vita non violento e volto al rispetto degli animali. La parola “vegan” fu coniata da Donald Watson e da Elsie Shrigley nel novembre del 1944, in Inghilterra, inizialmente gli iscritti furono pochini: 25. Oggi sono circa 4 milioni, sparsi in tutto il mondo. Eravamo bambini molto diversi da quelli di oggi, basti pensare che c’erano creature innocenti che all’età di 10 anni credevano in “Babbo Natale”…
Non voglio difendere l’operato dei protagonisti di questi racconti ma solo giustificarli inserendoli in un quadro socio-culturale ben diverso dal presente. Inoltre, credo nella “pedagogia del racconto” o meglio “pedagogia narrativa” poiché la intendo come una possibilità dell’esprimersi esistenziale.
Credo sia più importante far vivere al lettore la mia esperienza passata e presente ponendolo di fronte alla cruda realtà piuttosto che preconfezionare una bella paginetta dal punto di vista stilistico, che risulterebbe sterile.
Il rischio è quello di falsare la realtà e non permettere al lettore di entrare in empatia con i miei vissuti emotivi.
Il racconto si legittima per essere una sequenza esistenziale perciò non deve né essere interrotto né censurato o corretto in modo tale che si conformi ai dettami del perbenismo. Raccontare e raccontarsi significa cogliere e raccogliere gli aspetti

emotivamente importanti del proprio vissuto per offrirli al lettore affinché li possa condividere, nel bene e nel male e condurli a considerare che si può cambiare stile di vita.

Prima di lasciarvi alla lettura dei miei racconti contenuti in questo libro, voglio chiarire che essi sono spaccati di vita quotidiana: la mia vita e quella dei miei piccoli amici.
Potrete leggervi una morale, essere condotti per mano ad una riflessione, ricevere informazioni sulle abitudini delle varie specie e andare alla scoperta di tracce o indizi, che rivelino la presenza di simpatici animaletti, i quali animano boschi, parchi e persino il limitare delle grandi città.
Non c’è nulla di inventato, nulla di esagerato: mi sono solo concessa la libertà di far parlare alcuni di loro affinché potessero, in prima persona, raccontarvi la loro storia e renderla più coinvolgente, soprattutto, per i lettori più piccini.
Ho scritto per voi genitori e per voi cari ragazzi, ho voluto testimoniare l’affetto, la riconoscenza  e tanti altri sentimenti, che i miei animaletti mi hanno dimostrato.   Non so se riuscirò a farvi rivivere le situazioni che descrivo, con le mie stesse emozioni, ma vi assicuro che il mio cuore si riempie sempre di gioia, quando riesco a salvare quelle povere bestiole.
Purtroppo ci sono i casi tristi, direi tristissimi dove le lacrime scendono copiose e il cuore si rattrista e nei quali ci si sente impotenti: sono i casi di maltrattamento a opera degli umani su poveri esserini, che non hanno colpa e neppure una “voce” per gridare aiuto.
Resteranno lì, a subire gemendo, guardando il loro aguzzino con occhi disperati, supplichevoli e chiedendosi il perché di tanta efferatezza. 



"Un libro in onore della Natura... dedicato ai bambini, ragazzi, genitori, nonni... e a mio padre"

"TIENIMI LA ZAMPA"
di Manuela Regaglia

INTRODUZIONE

Quante volte vi hanno rivolto la fatidica domanda: «Da grande, cosa ti piacerebbe fare?».
Scommetto che molti di voi si sono prodigati in svariate elencazioni di professioni, che includono il dottore, la hostess, il pilota, il calciatore, la maestra e via dicendo; beh… io non ne avevo la più pallida idea! Trovavo tutto molto interessante, ma nulla mi affascinava al punto d’immaginarlo come professione, sino a quando ebbi la possibilità di stare a contatto con la Natura. Da bambina trascorrevo le vacanze a casa dei miei nonni materni, ero libera di rincorrere le farfalle, visitare il mio amico coniglietto, sedermi sui muretti, che cingevano il frutteto. Le mie giornate trascorrevano tra una capatina nell’orto e un’arrampicata sugli alberi, a cogliere frutti. Incontravo molte specie d’insetti, da sempre gioia e disperazione del genere umano. Cercavo in ogni angolo del giardino un insetto o piccoli animali da salvare, dopo un acquazzone, era facile trovare qualche ape in difficoltà, per dirla tutta, non ero molto imparziale, prediligevo le api alle vespe, le coccinelle alle mosche, le farfalle e le libellule alle zanzare: ero una bimba di cinque anni e non un’ento-mologa… Data la mia passione, mi venne regalato un microscopio con i classici vetrini già pronti ed una serie vergine che tentai subito di distruggere con prove del tipo: vediamo com’è la “coccoina” (ve la ricordate quella colla in vasetti di alluminio con un piccolo vano per riporre il pennellino e dal tipico profumo di mandorle amare, che a scuola ti facevano usare per il collage?). Oggi, purtroppo, è più facile sentir parlare di “cocaina” e gli esperimenti li fanno quei “soggetti” che la vendono ai ragazzi.
Ricordo il mio libro di scienze di prima e di seconda media dove si poteva apprendere di tutto e di più sulla vita dei mammiferi, in special modo sugli animali da cortile e poi mucche, cavalli, cani, gatti sino ai principali invertebrati. Li ho tenuti gelosamente conservati nella libreria. Di tanto in tanto, confesso, vado a sfogliare quelle pagine per me tanto preziose.
Nostalgia di un tempo che fu? 
Può darsi, ma sono lieta di averlo vissuto.
Un tempo nel quale papà e mamma avevano ancora voglia di andare a fare una passeggiata nei boschi con i loro figlioli. A tavola, papà ascoltava il resoconto di una giornata trascorsa a scuola e di tanto in tanto chiedeva quante zampe avesse una mosca o quanto fosse alto il Monte Bianco. Che gioia, quando, da ragazzina, andavo nel bosco con mio padre, per cercare funghi o fiori per l’erbario. A volte, purtroppo ci imbattevamo in trappole, i famigerati “archetti” usati per catturare inermi uccellini, o nei lacci nei quali rimanevano impigliati i conigli selvatici.
Con circospezione ci guardavamo attorno e furtivamente strappavamo l’archetto e scioglievamo il laccio. L’allegria tornava e anche se la passeggiata si concludeva con il paniere dei funghi vuoto… pazienza, restava il ricordo di ore liete trascorse in mezzo alla Natura.

La prima interazione con un animale fu con un cane “bonsai”, un Pinscher di taglia nana a pelo corto, di colore rosso, come il manto di un cervo. Abitavamo a Milano in un appartamento al settimo piano; dovevo accontentarmi, avevo sette anni e i miei genitori cominciarono a mettermi alla prova. Crescendo le mie esperienze si fecero più complete, gli animaletti, più o meno grandi, aumentavano e non c’erano limiti alle mie richieste, volevo un cavallo, subissavo i miei genitori perché ne acquistassero uno, oppure in alternativa che mi conducessero in un maneggio per cavalcare. Loro, non dissero subito un “no” deciso, avevano compreso che avrebbero ottenuto l’effetto contrario, mi promisero piuttosto che avremmo fatto visita a un amico di famiglia che aveva alcuni cavalli. Finalmente arrivò il fatidico giorno, papà mi portò da amici, che possedevano un magnifico cavallo, imponente e regale, che mi squadrò con quello sguardo proprio dell’equino, l’occhio un po’ fuori dalle orbite. Certo io ero piccola d’età e di statura, ma non fu amore a prima vista e chiesi di vedere il pony, mi avrebbe fatto meno impressione? La statura poteva anche andare, ma non corrispondeva ai canoni di bellezza che avevo in mente per il mio destriero; tornammo a casa e l’argomento “cavallo” venne archiviato. Mi chiedo, come avrei reagito, se i miei genitori mi avessero detto un “no” secco, senza darmi la possibilità di affrontare il problema, ragionarci e constatare personalmente per una verifica.




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